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Social network o “troial” network

Social network o “troial” network

SOCIAL NETWORK O TROIAL NETWORK?

PISTOIA. [a.f.] Poco prima di trasferirmi a Pistoia, la mia attuale moglie e allora fidanzata, mi regalò il Vocabolario Pistoiese (L. Gori-S. Lucarelli, a cura di G. Giacomelli, Ed. Società Pistoiese di Storia Patria).
Di tanto in tanto ci butto un occhio ma, per la prima volta, in seguito ad una chiacchierata con il direttore Bianchini, sono andato a vedermi una definizione: “troiaio” s.m.: 1. sudiciume (anche “trogolaio”). 2. Cosa mal riuscita, schifezza. 3. Situazione ambigua, equivoca.
Ovviamente il direttore non mi ha indirizzato al vocabolario ma, discutendo di tempi moderni, mi ha reso partecipe del suo modo di chiamare i social network… e cioè, come da titolo: “troial network”.
Dopo qualche perplessità iniziale, e dopo aver letto la definizione, non ho potuto fare a meno di convenire, almeno parzialmente.
Nell’epoca in cui tutti si riempiono la bocca di termini quali “viralità”, “post-verità”, “portata di un post” e “likes”, nel tempo in cui, tanti sono affetti dalla sindrome da condivisione compulsiva di ogni momento della propria vita, inevitabilmente il “social” diventa “troial” nel senso proprio di troiaio.
E quindi succede che, sotto le impegnate riflessioni di un osservatore politico, sarà facile trovare il video con le scarpe nuove di una giovane cugina che vive dall’altra parte del mondo; a fianco della condivisione dell’ennesimo naufragio nel Canale di Sicilia trovare una polemica (un flame, in gergo) sull’ultima sconfitta della Fiorentina e così via. Il tutto in un calderone “ambiguo ed equivoco” in cui tutto è vero e non è vero, è divertente e triste, serio e frivolo allo stesso tempo. Insomma un troiaio.
Nonostante ciò, quanto possiamo fare a meno di essere noi stessi nel troiaio? Quanto possiamo fare a meno di produrre contenuti che alimentano il calderone?
Di sicuro, e su questo è facile essere d’accordo, non è fondamentale esserci, almeno non è fondamentale quanto le funzioni vitali (!) o essere reperibili al telefono o saper usare la posta elettronica.
Di sicuro è opportuno esserci quanto è opportuno restare aggiornati sul mondo che ci circonda, e su questo si potrebbe anche non essere d’accordo.
I social network, Facebook su tutti, a saperli utilizzare, offrono uno spaccato di umanità dal quale non si può prescindere per conoscere il mondo. Danno l’opportunità di mantenersi minimamente aggiornati su amici e parenti lontani, nel lavoro danno l’opportunità di tenere d’occhio la concorrenza o conoscere nuove opportunità e, utilizzati professionalmente da mani abili, diventano formidabili strumenti di marketing per crearsi e interagire con un proprio target di pubblico.
E quindi, social o troial? Entrambi, direi. Social: se impariamo a utilizzarli e regolare tutte le possibilità offerte, senza limitarci ad essere degli utenti passivi e spesso creduloni. Troial: se invece sguazziamo nel sudiciume, senza porre filtri, lasciando che il mondo ci bombardi con bocche a culo di gallina e subito dopo l’approfondita analisi sull’ultimo decreto di Trump.
(Angelo Fragliasso)